sabato 22 febbraio 2014

Rappresentazione dello schema corporeo

Bene!
 Ora siamo "i grandi" e allora iniziamo a fare cose da grandi.
Abbiamo eseguito vari  "giochi lavoro"  
per acquisire ed esprimere , attraverso linguaggi diversi, l' unità corporea.
Ora necessita che ci esercitiamo a disegnare da soli 
lo schema corporeo.  
Ho preparato una scheda in cui dopo, previa osservazione,
 il bambino completa le parti mancanti.

Insieme osserviamo questa scheda,
verbalizziamo e 
Insegnante - Siamo pronti!-
Bambini - Siiiiiii -
ed allora 
- Buon lavoro!!









venerdì 21 febbraio 2014

Poesia di carnevale

Carnevale eccolo qua

Viva viva il Carnevale
che ritorna puntuale;

travestito e mascherato

pensa un po’ chi l’ha inventato?


Con le buffe mascherine,

con coriandoli e palline

la sfilata noi faremo,
quanto ci divertiremo!



Al profumo di frittelle,

di panini e caramelle,

è una grande scorpacciata
tra uno scherzo e una risata.

( Dal web)

martedì 18 febbraio 2014

Attività Didattica " Tutta Aranciosa"

Organizziamo un laboratorio scientifico per studiare l'arancia
un frutto a noi conosciuto succoso e profumato.
Il percorso scientifico si è sviluppato nel corso di una settimana.
Sono stati introdotti due racconti 
" La leggenda dell'arancia"
e " l' Arancia Amarina"
al termine di ogni racconto i bambini hanno avuto delle consegne da realizzare come:
Il disegnare una sequenza della storia appena letta.
A formare il colore arancione e 
dipingere un cartoncino grande 
che una volta asciugato è stato utilizzato per la costruzione di arance. 

I
I bambini realizzano le arance


La maschera Faccia - Arancia


FACCIA -ARANCIA
Il mio nome è faccia-arancia
son di colore arancione
e per naso ho un limone.
La mia bocca sorride
ad ogni bambino
con tanti spicchi di mandarino.
Pensando a me mangia
un’arancia che di vitamine
ti riempie la pancia!!!


e un limone per fare il naso di faccia Arancia



Il momento tanto atteso realizziamo il laboratorio scientifico tutto “Arancioso2 con delle arance vere. I bambini sono stati invitati a portare a scuola un’ arancia che raccolte in un grande cesto facevano un figurone.sul tavolo: una centrifuga, bicchieri, una caraffa.Sbucciando  un’arancia i bambini venivano invitati ad osservare: Il colore, gli spicchi, il succo, i semi, la buccia, l’interno della buccia quasi un ovatta per proteggere gli spicchi ed il profumo.A questo punto si procede con l’esecuzione della spremuta e si invita i bambini a sorseggiare la spremuta e ha manifestare le loro sensazioni.Non tutti i bambini l’hanno bevuta inizialmente, alcuni, pur partecipando con interesse, hanno rifiutato  l’assaggio della spremuta, ma sentiti i commenti degli amici hanno ripiegato la loro intenzione scegliendo di assaggiare la spremuta e tutti trovandola gustosa hanno chiesto il bis.





Assaggio di marmellata d' arancia


Osservazioni sull’ assaggio: Buona, dolce, aspra, il colore, Il suo succo ci fa molto bene perché contiene le vitamine del gruppo C, sostanze che fanno molto bene alla nostra salute. E attraverso domande stimolo si chiede cosa sia necessario fare per cercare di non ammalarsi. Spiegando, inoltre, che la vitamine C contenuta negli agrumi come l’arancia, agisce come un antinfettivo e aiuta l’organismo ad adattarsi più facilmente alle variazioni delle condizioni esterne. È per questo bambini che oltre ad uscire ben coperti  è necessario bere tante spremute.


Successivamente i bambini sono stati invitati a disegnare l'arancia









Si conclude l’ attività scientifico/laboratoriale “ tutta aranciosa” con giochi motori. Ricapitolando, con la fiaba “L’Arancia Amarina”, i bambini hanno imitato: il vento, l’ arancia che rotola e che  incontra il mare, quindi i bambini sono stati invitati ad imitare le onde del mare e il suo suono e per finire i saltelli del cagnolino Paolino.








“La leggenda dell’arancio.”
L’albero dell’arancio viveva in un’isola meravigliosa, una terra circondata da un mare limpido e azzurro dove il sole spesso risplendeva anche in inverno e non faceva mai freddo. L’arancio era sempre ricoperto di foglie verdi e lucide. A primavera sugli altri alberi spuntarono piccoli fiori che in estate si trasformarono in frutti saporiti. Quando arrivò l’autunno le loro foglie ingiallirono e iniziarono a cadere. In inverno i loro rami rimasero nudi  e tristi. L’arancio invece aveva sempre tutte le foglie e si chiedeva timoroso il perché di quella stranezza. Avrebbe voluto offrire qualcosa ai bambino che ogni giorno giocavano nel prato e ogni mattina sperava di veder spuntare almeno un piccolo frutto. Alcuni uomini osservavano le sue belle foglie e aspettavano che su quell’albero tutto verde nascessero i frutti. Una notte, mentre tutti dormivano,le stelle del cielo lasciarono cadere una polverina leggera e lucente che si posò sui rami del povero albero. Passarono pochi giorni e spuntarono tanti fiorellini bianchi e profumati che i raggi del sole trasformarono in frutti. Erano nate le arance: quei frutti quasi rotondi con il colore del sole piacquero moltissimo ai bambini che non avevano mai assaggiato niente di simile. L’albero strano era felice e diceva tra sé:- Ho aspettato tanto ma ne è valsa la pena!



 Fiaba: “l’Arancia Amarina” di Anna Maria Totaro
Questa è la storia di Amarina, un'arancia che viveva in un giardino e sognava di poter vedere, prima o poi, il mare. Finché, un giorno, il sogno si avverò. C'era una volta, in un paesino adagiato su una collina, una casina bianca con un grande comignolo e vicino, un orto da cui scorgeva il mare. Più in alto un giardino di limoni e arance, dove viveva l'arancia Amarina. Dal giardino non si poteva vedere il mare e l'arancia Amarina, molto curiosa, desiderava tanto vederlo. Una notte, il vento forte fece cadere dall'albero arance e limoni, tra cui l'arancia Amarina che, spaventata, ma felice, iniziò a rotolare giù per la collina. "Oh che bello" esclamò l'arancia Amarina. Si rotolò nell'erba, nei fiori e lungo una stradina, e giú giú fino al mare. Arrivata sulla spiaggia, si adagiò sui ciottoli e assaporò finalmente l'odore del mare, il suono delle onde e rimase lí per l'intera giornata. Ad un tratto si accorse che il sole stava tramontando e che dopo un po’ sarebbe diventato buio. Iniziò ad aver paura, a sentirsi sola, quando all'improvviso vide arrivare sulla spiaggia, di gran corsa, un cagnolino, che inciampò su di lei. "Ohi ohi, mi hai fatto male, stai attento" disse Amarina al cagnolino. Il cane si fermò e chiese scusa. "Non ti avevo visto arancia" rispose il cane! "Che cosa fai sulla spiaggia tutta sola?" chiese il cagnolino. L'arancia gli raccontò cosa le era capitato ed esternò il desiderio di tornare nel suo giardino e il timore di non poterlo fare da sola. Allora il cane l'addentò, senza farle male,e risalì su per la collina fino al giardino e la posò ai piedi dell'albero. "Oh io sono Amarina" disse l'arancia. "Io Paolino" rispose il cagnolino. L'arancia gli chiese se voleva restare, ma il cane rispose che doveva ritornare dai suoi padroncini. L'arancia ringraziò il cane Paolino e gli propose di tornare a trovarla nel suo giardino. L'arancia Amarina era felice di essere tornata a casa ma sapeva che una volta staccata dall'albero, non sarebbe piú potuta ritornare al suo passato.






giovedì 13 febbraio 2014

San Valentino

 Per San Valentino un fascio di cuori da donare con tanto amore.


I bambini entusiasti, hanno iniziato a realizzare i cuoricini
 ma, i vari pensieri da loro esternati 
 mi hanno suggerito di realizzare tanti cuori,
 per l’appunto un fascio, da poter distribuire a chi si vuol bene.














LEGGENDA DI SAN VALENTINO

San Valentino e i bambini

Il giardino della casa di San Valentino era un luogo di gioia ed amore, dove spesso gli abitanti della città di Terni si recavano, per ricevere i preziosi consigli di san Valentino. Particolari ed abituali frequentatori del giardino erano i bambini della zona, che lì si recavano per giocare. Valentino, rallegrandosi della loro spensieratezza e della loro purezza, spesso si fermava ad osservarli, soprattutto per essere certo che non corressero pericolo alcuno. Quando il sole iniziava a tramontare, egli si recava tra loro e a ciascuno regalava un “cuore”, che i bambini avrebbero dovuto portare alle loro mamme. Un piccolo stratagemma, per essere certo che i fanciulli si dirigessero subito a casa, senza far troppo tardi.

Per riflettere
Pensieri di bambini:
  • io non porterò il cuore a mamma perché non è innamorata, mamma e papà sono separati.
  • Io non porterò il cuore a mamma e papà perché sono separati, lo porterò ai nonni perchè loro stanno ancora insieme.





lunedì 10 febbraio 2014

Esercizi di pregrafismo

Ho realizzato delle schede 
per approfondire l' esercizio 
sulla coordinazione oculo manuale,
 contemporaneamente
 il bambino impara a scrivere le lettere 
che compongono il proprio nome.